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9 settembre, 2020

Un nuovo algoritmo indicherà la cura su misura per i tumori del seno

Offrire a ciascuna paziente la terapia migliore per lei e per la sua malattia: IEO è sempre più vicino all’obiettivo della medicina personalizzata. I ricercatori del Programma di Novel Diagnostics dell’Istituto Europeo di Oncologia, guidati da Pier Paolo Di Fiore e Salvatore Pece, Direttore e Vice Direttore del Programma e Professori dell’Università degli Studi di Milano, hanno messo a punto e convalidato un nuovo modello di previsione del rischio individuale di metastasi in donne con tumori mammari di tipo luminale, che rappresentano i tre quarti di tutti i tumori al seno. Il modello sarà presto una guida per gli oncologi, per orientare le scelte terapeutiche evitando sia il sovra che il sotto-trattamento nelle terapie post-chirurgiche.

Il nuovo algoritmo si basa sul biomarker StemPrintER, individuato in IEO; StemPrintER è il primo e tuttora unico marker capace di indicare il grado di “staminalità” del tumore mammario, vale a dire il numero e l’aggressività delle “cellule staminali del cancro”. Queste cellule-madri hanno un ruolo cruciale sia nell’avvio del processo di tumorigenesi, che nello sviluppo di metastasi, e sono anche probabilmente alla base della resistenza alla chemioterapia di ogni tumore del seno. Studi recenti del team IEO hanno inoltre confermato che il grado di staminalitàdelle cellule determina quell’eterogeneità biologica, clinica e molecolare del tumore del seno, che ha fino ad ora reso molto difficile prevedere la prognosi e la risposta alla terapia.

Applicato su oltre 1800 pazienti arruolate allo IEO, l’algoritmo ha infatti dimostrato una capacità di stimare il rischio di recidiva fino a 10 anni, decisamente superiore rispetto ai parametri clinico-patologici comunemente utilizzati.

«Il nostro modello si candida a diventare il golden standard per la prognosi del tumore del seno – spiegano Di Fiore e Pece – È un modello duttile, oltreché affidabile: si applica sia alle pazienti con linfonodi negativi, che a quelle con pochi (da uno a 3) linfonodi positivi, che rappresentano il gruppo con il maggior bisogno di una predizione accurata del rischio di recidiva per evitare il trattamento con chemioterapie aggressive non indispensabili, senza per questo trascurare il rischio di sviluppare una recidiva a distanza di anni».

 

 

Prof. Pier Paolo Di Fiore
Direttore Programma Novel Diagnostics
Istituto Europeo di Oncologia

Prof. Salvatore Pece
Vice Direttore Programma Novel Diagnostics
Istituto Europeo di Oncologia